È facile pensare quanto dentro di me stavo bene, volevo urlare dalla gioia: è incredibile quanto dai valore a cose a cui prima di perderle non facevi neanche caso, o addirittura ti annoiavano, e ti lamentavi.
Il carcere è un luogo in cui nessuno vuole “andarci”, di cui a nessuno o a pochi piace parlare. È scomodo un po’ a tutti, forse per superstizione, ma anche per “imbarazzo”, sembra quasi che parlandone, chi ascolta pensi che l’interlocutore ci sia stato e quindi sia oggetto di riprovazione o vergogna. Chi ci vive però deve necessariamente convivere con le mille contraddizioni del posto.
“Nel paese delle Meraviglie”, il nuovo numero di Letter@21 rende omaggio come di consueto al Salone del Libro, dove anche in questa XXXV edizione era presente in versione cartacea.
Once upon a time… la # (galera) allora era dura, il tempo non passava mai, bisognava inventarsi qualcosa.
Anni fa prima della riforma del ‘75 dell’Ordinamento penitenziario, il carcere era un luogo dove molte, tante, troppe persone venivano letteralmente stipate in luoghi angusti, sporchi e maleodoranti…