Il colloquio con il proprio difensore, in carcere, oltre ad avere degli importanti sviluppi giuridici, li ha anche a livello personale, perché comporta al detenuto attese ed emozioni contrastanti tra loro, che possono andare dalla speranza, allo sconforto, dall’affidarsi completamente all’avvocato all’esserne delusi dalla scelta.
Da questa parte del muro, in carcere, quella del “più si ha, più si vuole”, è una tendenza che va sempre molto di moda e che crea non poche difficoltà a livello di vivibilità, convivenza e interiorità. Superarla significa intraprendere un cammino difficile e faticoso per superare apatia e aggressività e realizzare il vero “me”.
Quando si arriva a ottenere il beneficio dei permessi premio, in automatico, si riinizia progressivamente a reintrodursi nella società esterna e nelle sue intricate e, a volte, mutate regole.
Ehi, eccomi qua.
L’estate sta per finire, il sole inizia piano piano a nascondersi dietro nuvole bianche incolpevoli e il caldo ci sta definitivamente salutando, per lasciare spazio ad un clima più fresco e gradevole che caratterizza la stagione autunnale.
Estate tempo in cui tutto rallenta un po’, alcuni restano nelle città quasi vuote e altri vanno verso mete sognate tutto l’anno. Altri ancora sentono questo periodo come “una pena in più” in cui neanche l’ora d’aria consente di mettere da parte per qualche istante il quotidiano, in cui le attività si riducono fino a cessare del tutto rendendo tutto più silenzioso.
Da quanto ho memoria ho sempre atteso l’inizio della Coppa del mondo di calcio con impazienza, vedevo tutti entusiasti dell’inizio del mondiale, ognuno si organizzava per seguire le partite con amici, parenti o vicini di casa. Dovunque ti trovassi e qualunque cosa stessi facendo le partite del mondiale avevano la priorità su tutto il resto. Un’emozione che mi è rimasta sin da bambino.