Giovedì, 14 Aprile 2022 13:07

L’arte di arrangiarsi in galera

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Photo by Matt Ridley on Unsplash Photo by Matt Ridley on Unsplash

La quotidianità in carcere, si sa, è monotonia e noia. Oltre alle cose che si fanno di solito tutti i giorni, ci si ritaglia del tempo, o per passione, o per passatempo, inventando oggetti che siano poi utili per la cella, per lo sport, e via dicendo.

Ai passeggi può capitare un gruppo che si allena praticando la boxe: per poter fare sparring una persona deve avere le sole mani imbottite di fasce per pugili, mentre l’altra indossare i palmari, che però sono utilizzabili solo in palestra, per attutire i colpi.

L’anno scorso, durante il periodo del Covid, l’Amministrazione Penitenziaria, ha sostituito i materassi vecchi con i nuovi, allora si è pensato di ritagliare due pezzi dei vecchi, della dimensione di una mano umana, rivestirli e cucirli con dei jeans dalla parte delle tasche posteriori, in modo che, una volta rammendati, questi due pezzi di spugna potessero essere impugnati e come due palmari quasi identici agli originali.

Altri invece inventano degli oggetti fatti di carta colorata A4, come cigni, piatti per decorare il tavolo… La carta viene ritagliata della misura voluta, e con precisione viene incollata pezzo dopo pezzo con la colla vinavil, oppure vengono costruite opere di  sapone, come il posacenere, intagliate con coltelli di plastica, oppure vengono costruite delle barchette con gli stuzzicadenti.

Durante la preparazione dei cibi, a volte capita di dover preparare della pasta fresca all’uovo come le tagliatelle, gli agnolotti, e quindi una volta preparato l’impasto bisogna poi fare delle sfoglie sottili stendendo per bene la pasta. Non avendo la possibilità del mattarello classico ci siamo inventati il mattarello carcerato, semplicemente spezzando a misura giusta un manico di scopa che di solito viene utilizzato per la pulizia della cella.

Tempo fa un tizio abbastanza bizzarro si era inventato addirittura delle pantofole ricavate dagli stracci che usualmente si adoperano per lavare i pavimenti, ritagliandoli con le forbici a misura del piede e poi cucendoli a forma di scarpe tipo “babbucce”.

Insomma “la galera e anche creatività”, oltre che essere un purgatorio.

Redazione

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