Giovedì, 19 Ottobre 2023 16:14

Tizza Covi e Vera Gemma per LiberAzioni 2023

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Foto di Mason Kimbarovsky su Unsplash Foto di Mason Kimbarovsky su Unsplash

Venerdì 13 Ottobre, alle ore 14:00 si è tenuta presso il Teatro della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino la proiezione della pellicola “Vera” alla presenza della regista Tizza Covi e della protagonista Vera Gemma.

L'evento parte del programma ufficiale di LiberAzioni 2023 - festival delle arti dentro e fuori ha visto la partecipazione di un folto pubblico che ha potuto apprezzare una “storia” che parla di un mondo, quello femminile, che spesse volte subisce angherie e violenze.
L’edizione del festival di quest’anno, del resto, aveva una forte connotazione femminile, testimoniata anche dagli ospiti dell’evento: Annalisa Cuzzocrea (giornalista), Bruno Mellano (Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Piemonte), Monica Cristina Gallo (Garante delle persone detenute della Città di Torino), le autorità interne del corpo di Polizia penitenziaria nella persona del Comandante di Reparto M. Lupi. e per il Comune di Torino la Consigliera comunale Sara Diena, anche in veste di membro dell’Associazione Antigone.
Oltre alle già citate Tizza Covi e Vera Gemma, accompagnate da Claudia Gianetto del Museo Nazionale del Cinema di Torino e da Valentina Noya Direttrice di LiberAzioni.

Quest'ultima ha saputo con la sua “verve” dare una voce interiore alle presenze portate in scena, un incontro-confronto con quello che il museo nella sua rappresentazione può dare con il materiale cinematografico. Una visione indiretta del mondo del cinema verso il mondo del carcere. Una nota di folklore si è avuta quando alla domanda su cosa potesse necessitare ai ristretti, Vera Gemma ha esclamato... "la libertà”, generando un applauso che ha introdotto la proiezione della pellicola.
Vera Gemma e Tizza Covi a diverso titolo hanno dato una testimonianza ciascuna nel proprio ruolo del film proposto. La storia, girata con attori non professionisti (tranne Vera Gemma e Asia Argento), è improntata sul racconto di una donna che veste un ruolo che forse non vuole, ma di cui deve portare il peso. Uno spaccato di vita che a detta dell'attrice è la sua vita, una sequela di vicende purtroppo negative.

Una vita basata sull'infanzia in una famiglia ricca, che viveva con il peso e l’onere di dover essere sempre perfetta. Un padre amato per la sua bellezza (Giuliano Gemma), che insegue questa visione imponendola alle due figlie, costrette ad un intervento estetico al setto nasale per inseguire i canoni estetici di quegli anni. Una personalità condizionata dall'accettazione dell'altro verso sé stessi e dove la vita ha sempre un prezzo da corrispondere per ogni atto, scelta: un do ut des continuo.
Il padre, il padre e ancora il padre, che diviene modello ma anche ostacolo per l'affermazione personale della “donna Vera”. Una donna che si racconta, ma che poi non è quello che sembra, rivelandosi una maschera pirandelliana. Vera è una donna che vuole solo essere capita e amata per quello che è. Vive un'esistenza solitaria, in un mondo fatto di immagini e di apparenze. Una Diogene del III millennio che non cerca l'uomo, ma sé stessa. Rivede il passato con la famiglia e la figura del padre è lì che splende a distanza di anni.

Il lato umano prevale sempre, umiltà e fragilità convivono nella "donna Vera”, nonostante il timore di essere sempre giudicata per qualunque scelta faccia o contrarietà le si ponga, una donna sola che non merita di esserlo, dentro se stessa sa quanto vale e solo questo conta. Alla ricerca continua di affetti diretti o indotti, è disposta a vivere la stessa semplicità degli altri, dei poveri, pur di attingere ad un rapporto umano.
Analogo senso di riscatto che la co-protagonista Asia Argento ha vissuto nell’ ombra di un altro padre famoso. Donne, entrambe, che hanno vissuto la vita vera come afferma la “Vera” protagonista.
Una ostentazione del bello, un voler essere, essere, essere.

Al termine una nota, dal pubblico giunge una richiesta, un giovane ristretto le chiede se è disposta ad abbracciare un detenuto... applauso, assenso e abbraccio. Vera ha trovato forse una rinascita in questo porsi, in questa recitazione, che diviene un momento di ripartenza della sua vita. Chi l'ha diretta, Tizza Covi, ha saputo indurla a tirare fuori le emozioni di un tempo. Un regista bravo è colui che fa provare al pubblico l'emozione vissuta dall'attore o attrice. La Covi c'è riuscita.
Oggi è stata fiction, ma la vita reale conserva l'emozione del vissuto e allora quel dolore rimane sopito. E dunque è questa l’occasione per citare la battuta finale di Rossella O'hara nel film Via col vento: “Domani è un altro giorno”. Grazie Vera...
Vivi come sai vivere e segui il "consiglio" di Al Pacino... “The world is yours”.

Redazione

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