Giovedì, 23 Maggio 2019 16:50

Garante comunale: la relazione sulle attività 2018

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Garante comunale: la relazione sulle attività 2018 Photo by Dawid Zawiła on Unsplash

Il 2 ottobre 2018, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si è concluso il tortuoso percorso della riforma dell’ordinamento penitenziario iniziato dal Ministro Orlando. Un cammino tortuoso perché a giungo 2018 si è insediato il nuovo Governo che ha esercitato solo in parte le deleghe ereditate dal precedente, arrivando così ad una parziale riforma. Così la Garante torinese per i diritti delle persone private della libertà, Monica Gallo, scrive in apertura del suo rapporto annuale presentato pubblicamente alle autorità e alla stampa.

La garante ha espresso alcune preoccupazioni per il cambio di prospettive rispetto alla partenza della riforma nel maggio 2015: la prima è la diffusione di un’idea, fatta circolare nell’opinione pubblica, che mette al centro l’aumento delle pene e quindi la costruzione di nuove carceri come risposta a un sentimento di insicurezza, alimentato al di là della reale dimensione del problema. Già oggi, ed ecco la seconda preoccupazione della garante, si ripropone il fenomeno del sovraffollamento nelle 190 carceri italiane, e anche in quello Torinese, Lorusso- Cutugno, che ospitava 1100 detenuti nel 2015, saliti a oltre 1400 nel 2018.

Il sovraffollamento, ha detto Monica Gallo, è una pena aggiuntiva e rende più difficile il recupero del detenuto ed è un moltiplicatore della recidiva: oggi mediamente in Italia riguarda il 70% delle persone che escono dal carcere.
Percorsi alternativi, invece.
Non si tratta della cancellazione della pena ma la sua esecuzione al di fuori degli istituti penitenziari. Sono migliaia i detenuti per piccoli reati, per colpe che potrebbero essere espiate con gli arresti domiciliari, prestando lavoro a titolo gratuito o con il ricorso alle comunità. E il lavoro esterno e la semilibertà: si sa che chi ne usufruisce solo in minima parte torna a delinquere.

Ma, ha detto Monica Gallo, i nuovi decreti malgrado le amputazioni subite contengono delle rilevanti novità, fra le quali ha citato i diritti da garantire alle persone private della libertà, il cui scopo principale è di orientare le pene al rispetto della dignità umana, ai valori costituzionali e alle risoluzioni internazionali.

Sono invece totalmente escluse dalla riforma le parti relative all’affettività, alle misure alternative e alla giustizia riparativa ed ai requisiti per l’attuazione delle stesse.

NUOVI DIRITTI PER ADULTI E MINORI

Per la garante sono anche degni nota alcuni importanti principi: nel campo sanitario , la persona detenuta ha il diritto di essere informata correttamente in merito al proprio stato di salute e ha garanzia di continuità terapeutica in caso di scarcerazione, trasferimento, spostamento in comunità. Il decreto conferma la competenza del Servizio Sanitario Nazionale. Per il medico diviene obbligatorio riportare in cartella clinica ogni singola annotazione relativa a eventuali segni di presunta violenza fisica subita.

Relativamente alla popolazione straniera, si prevede l’insegnamento della lingua italiana, la conoscenza dei princìpi “costituzionali” e l’introduzione di mediatori culturali. Vengono inoltre rafforzati i principi relativi alla territorialità della pena già previsti nell’ordinamento penitenziario, secondo cui è necessario considerare la vicinanza della persona detenuta al luogo di residenza e ai suoi riferimenti affettivi.

Relativamente al trattamento negli Istituti Penitenziari per Minori la riforma emana disposizioni precise: “La permanenza in Istituto deve avvenire sulla scorta di un progetto educativo personalizzato, raccomanda che nell’ assegnazione dei detenuti sia assicurata la separazione dei minorenni dai giovani adulti e degli imputati dai condannati, nonché l'accoglienza delle donne in Istituti o sezioni apposite” . La garante ha poi elencato i vari progetti portati avanti anche con il concorso del volontariato, delle cooperative sociali, del Comune di Torino e della Regione. Fra i tanti : il Protocollo di intesa per la realizzazione del Progetto “Liberi di imparare che ha visto l’ingresso del Museo Egizio all’interno della Casa Circondariale in collaborazione con il Primo Liceo Artistico -sezione Carceraria- e l’Istituto Plana. Il lavoro congiunto ha portato, attraverso una sinergia degli Istituti, a creare una ampia collezione per la promozione del progetto “Il Museo fuori dal Museo” dedicata in particolare ai bambini ospedalizzati. La convenzione dell’accordo ha permesso di ricreare opere ed esporle per l’inaugurazione dello Spazio Cultura Inclusiva presso il Palagiustizia.

E ancora il Prolungamento della concessione in comodato d’uso gratuito dei locali di proprietà comunale siti in via Milano 2/C per ospitare Freedhome, il negozio che commercializza i prodotti provenienti dalle varie realtà italiane di economia carceraria.

Il rinnovo dell’accordo per l’inserimento dei bambini, ospiti presso l’ICAM della Casa Circondariale, all’interno dell’Asilo Nido “Elvira Verde” e della Scuola dell’Infanzia di via delle Primule 36.

Il servizio di consulenza gratuito fornito dagli ordini professionali dei notai, geometri, commercialisti, architetti e ingegneri.

Le iniziative con le università per favorire l’esercizio del diritto allo studio e il reinserimento sociale e lavorativo degli studenti detenuti iscritti al Polo Universitario della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino.

Infine ha detto Monica Gallo, di particolare nota è la collaborazione con il Centro d’Ascolto Diocesano Le Due Tuniche che nel 2018 ha consolidato la collaborazione ed è stato un prezioso interlocutore con concrete progettualità di reinserimento. Dal mese di febbraio 2019 ha inoltre inaugurato l’apertura di uno sportello all’interno dell’Istituto per l’accompagnamento delle persone detenute e per l’affiancamento ad alcune pratiche legate al diritto alla casa, al lavoro, alle relazioni e all’orientamento fuori dall’istituto.

P. G.

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