Giovedì, 13 Giugno 2024 11:43

Addio affetti del passato

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Dopo una giornata di lavoro torno nella mia amata città, e passeggiando per i viali intasati dal traffico, decido di cambiare percorso e non fare la strada di tutti i giorni, ma allungarla e passare dal centro per il rientro a casa.

Appena deviato dal consueto percorso, incontro tre mie amiche che non vedevo da quando mi avevano arrestato, con le loro relative novità poiché la loro vita è andata avanti. Le ho lasciate che erano poco più che maggiorenni e ora sono donne

Rimango un attimo frastornato dalla quarta del gruppo che non ho mai visto in vita mia, e comprendo che è un nuovo membro aggiuntivo del trio. Con sorpresa noto che c’è del tenero tra lei e Penelope, sembra qualcosa di più di un’amica, mi pare la sua attuale compagna, lo deduco dal calore dell’abbraccio e dalle effusioni che si scambiavano prima del mio arrivo al loro tavolo. Scambiandoci saluti e due parole sommarie, poco dopo mi viene appunto presentata come la fidanzata, non me lo aspettavo, perché?
Quando uscivamo insieme era fidanzata con un ragazzo da moltissimi anni. Ed erano una coppia storica, avrei scommesso qualsiasi cosa che non si sarebbero mai lasciati e m’immaginavo di vederla mamma o col pancione. Eppure, da prima della carcerazione i tempi sono cambiati e, evidentemente, anche i gusti. Qualsiasi cosa mi sarei aspettato da lei, ma non di trovarla fidanzata con una donna perché non ne avevamo mai parlato di questa possibilità.

Girando lo sguardo dopo le presentazioni, una nuova sorpresa da parte di Angelica che io affettuosamente ho sempre chiamato Elica, con in braccio una pargoletta di non più di due anni: bella panciuta con le guance piene in salute e con uno sguardo che ti penetra l’anima con i suoi occhi azzurri come il cielo.
Sono stato subito notato dalla piccola. Era incuriosita da me e gli sono stato simpatico quasi subito, dopo aver sciolto un po’ il ghiaccio, perché di primo acchito si è spaventata non avendomi mai visto e ha pianto un po’. Poi incuriosita dai miei tatuaggi allungava il suo piccolo braccio per toccarli, e con il ditino sfiorava la superfice della pelle attratta da figure e colori, così abbiamo fatto amicizia in poco tempo.

L’altra ragazza non era cambiata di una virgola, antipatica era quando la conoscevo in passato, e così è rimasta. Non faceva trasparire nessuna emozione e con un saluto a malapena accennato e freddo come il ghiaccio, come se nulla fosse, ha continuato a sorseggiare la sua bevanda come se non esistessi o, meglio, come se non fossero passati tutti quegli anni dall’ultimo incontro.

Inizio a ricordare i vecchi tempi e parliamo, del tutto e del niente, una conversazione in cui indossavamo maschere di carnevale. Una pagliacciata che tutti non vedevamo l’ora finisse. Ero un po’ imbarazzato perché mi sentivo distante, nonostante in passato fossero state come sorelle. Eravamo sempre insieme... eppure mi rendo conto che il tempo ci ha tenuti lontani e fatto crescere in modi diversi.
Nonostante cercassimo di capirci, in realtà erano solo le memorie di una vita fa che tenevano viva la conversazione. Un susseguirsi di giorni passati e quel collante chiamato passato stava reggendo dieci minuti di conversazione, ma lo sapevamo tutti che non ci sarà un futuro per noi, ma solo ricordi. Ci sono troppi non detti tra noi. In tutta la mia carcerazione nemmeno una lettera. Di cosa dobbiamo parlare se tanto il rapporto è stato troncato con il mio arresto? Mi conoscevano quando ero fuori rotta, quanto stavo male, loro nemmeno lo possono immaginare i mostri che avevo in testa.

La conversazione prende una svolta quando con fare gentile elogiano un mio miglioramento ai loro occhi, dicendomi che l’aspetto era sempre lo stesso, ma il mio modo di pormi era completamente diverso: dal modo in cui parlavo, al riuscire a fare una conversazione senza agitarmi, riuscendo a prestare attenzione alle loro parole e questo le sorprendeva molto, visto che prima ero disattento e menefreghista. Quello che conoscevano è morto con l’arresto... come il nostro rapporto. Erano i ricordi in comune quelli che ci stavano facendo parlare in quel momento, giacché sembravamo perfetti sconosciuti. Perché nel mio nulla il loro mondo è andato avanti, mentre il mio si è fermato.
Elica, con una frase mi ha distrutto e fatto felice allo stesso tempo “Guarda perdonami se te lo dico, ormai sono cinque mesi che sei uscito e non mi sono fatta sentire, ma sapevo che stavi bene perché ti seguo sui social e non avrei mai pensato che tu potessi cambiare, io credevo che fossi un caso perso, e non saresti durato nemmeno una settimana”. Dopo essere rimasto di sasso le ho preso la mano e l'ho poggiata sul mio petto per fargli sentire quanto mi batteva il cuore e poi mi son permesso di dirle che uno dei motivi perché per cui sto lottando con tutto me stesso è per non ricadere in tentazioni, e per non dare la soddisfazione a tutte quelle persone che mi davano per vinto, e senza speranze. “Questa soddisfazione di vedermi fallire non gliela darò per il rispetto che provo per me stesso, non voglio rifare gli errori passati”.

Voglio riprendere in mano la mia vita, e a voi cari amici e affetti mancati, vi ringrazio perché eravate parte del mio passato, e lì siete rimasti. Nel mio futuro vi vedo distanti, lontani da me poiché non ci siete nemmeno nel presente. Se in passato credevo di avere tantissimi amici, ecco a distanza di anni mi rendo conto che ora li conto sulle dita. E li ringrazio, ora ho la possibilità di ripartire da quei pochi che ci sono stati per tutta la mia carcerazione, e non lo scorderò mai. Tutti gli altri li ringrazio lo stesso, perché andando via si sono portati con loro anche quello che ero nel passato, tenetevelo ve lo regalo, nutritevi voi della sofferenza delle reminiscenze.
Il tempo rivela ciò che siamo, ed io mi rendo conto solo ora che ero circondato da “amici”, ma ero solo, mai quanto oggi che sono solo ma circondato solo dalle persone che davvero mi amano, addio affetti del passato.

Redazione

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