Martedì, 16 Maggio 2023 18:03

Chef Sopravvitto: il libro

Chef Sopravvitto, (AA.VV), un libro che si propone l’obbiettivo di raccontare il carcere da un punto di vista inedito. Un libro nato all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, dove i quattro protagonisti attraverso le difficoltà di un luogo che non conoscono, e che a tratti forse neppure comprendono, riescono a creare legami.

Lunedì, 27 Marzo 2023 09:59

Senza fine ...

Nel nuovo numero di Letter@21, in “Situazione carceraria”, la redazione si concentra sulle principali criticità di chi vive la detenzione.

Dal 29 marzo accedere al Padiglione A dell’Istituto penitenziario torinese sarà un po’ meno “grigio”, come pregiudizi e luoghi comuni possono far credere sia l’ambiente di un carcere ai più.

Mercoledì, 22 Febbraio 2023 11:25

Umanizzare la pena, l’art. 27 in mostra

Il carcere duro, l’articolo 41 bis, e l’ergastolo, ostativo o meno, non sono la stessa cosa, così come la detenzione, la privazione della libertà, non significa che la pena debba essere meramente afflittiva e contemplare trattamenti contrari al senso di umanità.

Mercoledì, 18 Gennaio 2023 11:17

La scuola in carcere: è possibile se lo si vuole

Sabato 3 Dicembre, Torino via Trivero 16: interviste, racconti, video, poesie, testi, testimonianze di docenti, volontarie/i e allievi/e sull’esperienza della scuola nella Casa Circondariale “Lorusso & Cutugno” di Torino. 

Giovedì, 22 Dicembre 2022 14:54

Ricordo di Natale

Natale, tutti più buoni, tutti si predispongono ad essere gentili, cordiali, ma poi vi è una scadenza che si ripete, anno per anno. E puntualmente ci chiediamo, cosa regalare. Pensiamo ai regali degli anni scorsi, pensiamo a chi, pensiamo cosa regalare e lì si inceppa il ragionamento. Si inceppa perché, oltre a pensarlo prima dobbiamo organizzarci, fare scelte e la cernita dei destinatari.

Un compito che ogni anno, può allungarsi per la lista dei nuovi amici e conoscenti oltre ai parenti.  C’è da dire che poi bisogna conoscere i gusti del destinatario del regalo. Il solito libro, cravatta, sciarpa e cappellino, o sopramobile, che saranno destinati allo stanzino o peggio al riciclo dell’anno prossimo. Questo per quello che riguarda il “do” latino “dare”. E comunque, l’altra parte dice Grazie e incamera il regalo. Il punto è su quando si è … l’altra parte.
Invece, io, “coltivo” ancora un desiderio, una cosa che avrei voluto che mi regalassero da bambino e che da adulto, quando ho avuto modo di rivedere, ero quasi tentato di comprare per giocarci e ricordare, ma poi non l’ho fatto, per non dover “giustificare” un qualcosa che per quanto possa essere un hobby rimane nella sfera personale dei ricordi. 

Facciamo un passo indietro, tanti anni fa, fra i giocattoli più ambiti, per le bambine c’era la bambola, la casa delle bambole e tutti i surrogati, dello stereotipo femminile, pentoline, trucchi etc. Per i bambini invece c’erano - ndr :e ci sono ancora - i “Lego” (mattoncini di plastica per costruire quello che la creatività, suggeriva (costavano tanto) e poi il “Meccano” (la versione povera dei Lego, striscette bucate di ferro e dadini, con cui si potevano idealmente costruire strutture tipo “Torre Eiffel”), praticamente, l’apprendistato futuro dell’operaio metal-meccanico. Poi c’era la pista “Policar” con macchinine elettriche telecomandate e i trenini elettrici a pile o a molla che erano meno cari. 

Ecco io aspiravo a quello (al più economico, ma nella sua economicità costava 1.000 lire. Erano tante per un bambino), anche se mi soffermavo per minuti lunghissimi davanti alle vetrine arredate con i vari giocattoli dei negozi di allora. A me ne piaceva una in particolare, quella di un negozio di giocattoli, si chiamava “Gioia dei piccoli” era a due isolati da dove abitavo e quando, mi era permesso di scendere giù, nel cortile (avevo 12 anni), con gli altri coetanei dello stabile andavamo a guardare le vetrine di questo negozio. Minuti “eterni” passati a guardare quel trenino che girava, fra i vari scenari costruiti vicino alle “rotaie”: alberi, casette, fattorie, montagne, tunnel, lucine rosse e verdi che lampeggiavano come simulacro di una realtà, esclusiva per quel mondo. E io mi ci tuffavo, pensando di essere, ora il macchinista, ora di essere fra quella natura che odorava anche di “qualcosa”, perché qualche volta entravo, ed era ancora più bello vederlo da vicino, quando sentivo un odore diverso, che forse era normale, per chi lo percepiva quotidianamente, ma era appagante, per i sogni di un bambino.

L’abitudine della lettera di Natale sotto il piatto del genitore, c’era, ma io l’avevo persa l’anno prima, durante l’epifania, quando riconobbi nella calza che appendevo al letto, delle caramelle che la sera prima avevo visto in un cassetto e quando lo dissi ai miei “compagni di gioco” feci anche la figura del “fessacchiotto”, perché loro sapevano, che erano i genitori, la famosa vecchina che riempiva le calze, nella notte fra il 5 e 6 Gennaio. L’argomento era il Natale, ma io conservai gli spiccioli, che mi davano mio padre o mia madre e a marzo riuscii a racimolare 1.000 Lire, le ricordo ancora, le misi in un fazzoletto di mio padre (erano grandi allora di stoffa), ma amara fu la delusione. Quando il negoziante mi disse che erano finiti, l’unico modello che era rimasto era una marca che costava tantissimo. Oggi è da collezione per il mercato del modellismo, credo si chiamasse “Rivarossi”. 

Morale me ne andai mogio mogio, con il sogno infranto. Le mille lire, le spesi ovviamente, credo fra bustine della raccolta degli animali, allora c’era chi raccoglieva le figurine dei calciatori “Panini” e chi, come me, quelle degli animali.

Redazione 

Martedì, 02 Agosto 2022 09:41

Speciale estivo “Tre parole una storia”

C’era una volta un re, ma stavolta ci sono anche un fante e una regina. E ci sono tante storie, ma sono tutte diverse. Il nuovo speciale estivo di Letter@21 è un ebook gratuito collaborativo, che raccoglie le storie scritte e raccontate da persone diverse. 

Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano.

Giovedì, 19 Maggio 2022 13:48

Work in progress

Letter@21 torna a fare sentire la propria voce, dopo un periodo in cui la rivista non è stata pubblicata con la solita periodicità, in quanto il covid ha avuto il suo effetto e tutto è diventato un po’ più difficile.

Ogni detenuto durante un periodo di detenzione si aspetta che arrivino delle sorprese, la maggior parte delle volte si auspicano buone e inaspettate.