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Martedì, 20 Marzo 2018 14:56

Riforma ordinamento penitenziario: via libera Consiglio dei Ministri

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Dopo molti rinvii il Governo ha approvato la riforma dell’ordinamento penitenziario. Il Consiglio dei Ministri ha dato il suo via libera alla Riforma senza le modifiche indicate dalle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, che di fatto avrebbero svuotato il significato della riforma.

Alcune norme essenziali della riforma sono rimaste al palo, come quelle sui minori e la sessualità, ma è senza dubbio un passo avanti su temi delicati come la salute psichica, l’accesso alle misure alternative, la vita interna alle carceri, i rapporti con l’esterno e il sistema disciplinare.
A questo punto l’ultima parola spetterà alle Commissioni parlamentari per l’ultimo vaglio. "Questo non è un provvedimento salva-ladri, uno svuota-carceri: da domani non ci sarà nessun ladro in più in giro", ha detto Orlando. "Qualcuno - ha aggiunto - tenterà di cavalcare queste paure. Ma da domani non uscirà nessuno dal carcere, da domani un giudice potrà valutare il comportamento del detenuto e ammetterlo a misure che gli consentono di restituire qualcosa di quello che ha tolto alla società. Serve ad abbattere la recidiva".
La ratio della riforma è quella di rendere più attuale l’ordinamento penitenziario disciplinato dalla Legge del 1975 e principalmente adeguarla ai successivi orientamenti della giurisprudenza di Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Corti Europee (specialmente dopo le numerose sanzioni comminate da quest’ultime all’Italia in tema di giustizia, in particolare dopo il famoso caso Torreggiani.
Le nuove regole puntano a ridurre il ricorso al carcere in favore di soluzioni che riportino al centro del sistema la finalità rieducativa della pena indicata dall’art. 27 della Costituzione. Razionalizzare le attività degli uffici preposti alla gestione del settore penitenziario, restituendo efficienza al sistema, riducendo i tempi procedimentali e risparmiando sui costi; diminuire il sovraffollamento, sia assegnando formalmente la priorità del sistema penitenziario italiano alle misure alternative al carcere, sia potenziando il trattamento del detenuto e il suo reinserimento sociale in modo da arginare il fenomeno della recidiva; valorizzare il ruolo della Polizia Penitenziaria, ampliando lo spettro delle sue competenze. Questi sono i temi principale del decreto suddiviso in 6 parti con altrettanti 6 capi dedicate: alla riforma dell’assistenza sanitaria, alla semplificazione dei procedimenti, all’eliminazione di automatismi e preclusioni nel trattamento penitenziario, alle misure alternative, al volontariato e alla vita penitenziaria.

Atto del Governo n. 501 sottoposto a parere parlamentare

A.I.

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