Venerdì, 31 Gennaio 2020 17:08

Il carcere non può essere la soluzione per tanti problemi sociali

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Photo by Siyan Ren on Unsplash Photo by Siyan Ren on Unsplash

Aumenta il numero dei detenuti, peggiorano le condizioni di chi ci lavora sia di chi è detenuto.

Molte persone sono dentro per reati minori e condanne lievi: 1600 sono in carcere, condannati a meno di un anno, 3 mila per una condanna fra uno e tre anni. Lo ha detto il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, in una puntata di “Radio anch’io” (Radiouno, Rai) dedicata al carcere.

Come mai sul territorio non ci sono strumenti anche di prevenzione e di accudimento, si è chiesto Palma: a volte si tratta di senzatetto, spesso persone che sono espressione della povertà sociale. Ma il Garante ha sottolineato anche un secondo aspetto: che cosa può fare il carcere quando una persona sta dentro per pochi mesi? Rischia di diventare un luogo dove si entra e si esce periodicamente e questo è un problema non solo da un punto di vista della sicurezza, ma anche della società che deve interrogarsi sulla capacità di tutelare i soggetti più deboli. C’è poi il drammatico problema dei suicidi in carcere: solo nell’ultimo mese son stati 8 e 4 hanno riguardato persone senza fissa dimora, che erano dentro per piccoli reati.

Il carcere non può diventare il luogo dove tenere persone con problemi sociali, senza fissa dimora, disturbi psichici, ha detto Palma. Per il Garante gli agenti penitenziari e tutti quelli che lavorano con i detenuti devono sentirsi parte di un progetto. Siamo in un periodo in cui della capacità di recupero delle pene parliamo nei convegni ma poi non si fanno politiche conseguenti, ha aggiunto. Se è giusto che per certi reati il primo periodo sia di segregazione, poi bisogna che sia avviato un percorso di graduale reinserimento: le misure alternative devono essere tappe di questo percorso. Palma ha concluso : oggi 23 mila persone hanno un residuo di pena inferiore ai tre anni, questo significa che entro tre anni saranno nuovamente inserite nella società. Un sistema pensa di dimostrarsi duro tenendo le persone dentro fino all’ultimo giorno, ma non considera che quando escono si rischia di avere persone che non sono in grado di reinserirsi e quindi più pericolose.

Ascolta il podcast integrale di Radio anch’io (Raiuno) ore 9,08 del 30.1.2020 al seguente link 
Intervento Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale Mauro Palma del 30/01/2020

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