Venerdì, 19 Febbraio 2016 17:50

Acquistare bene per vivere meglio!

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La crisi insegna a risparmiare, in carcere il tetto ai consumi è una realtà da sempre e noi sappiamo farci i conti!

Meglio un tris di nutella monouso da spalmare su una calda fetta di pane o una confezione di uova per preparare una frittata con una fetta di prosciutto cotto e del formaggio morbido? Oppure, meglio usare una bottiglia di bagno schiuma qualsiasi o una specifica, che magari consente di spendere meno e averne di più?
Qualcuno potrebbe dire: Difficile rispondere alla prima, un po’ meno alla seconda domanda!
In realtà, non vogliamo misurare il grado di difficoltà e neppure analizzare cosa sia giusto acquistare e cosa no! Anche perché, facendo un sondaggio di questo tipo potrebbe venir fuori di tutto, e magari, sentirsi dire che è meglio non acquistare né gli uni e neppure gli altri, facendoci sprofondare nell’incertezza più totale!
Un viaggio etico percorre la ratio del nostro codice comportamentale che, da qualche anno a questa parte, è costretto a confrontarsi con una pianificazione settimanale. Una programmazione generalmente fatta d’interessi, di ambizioni, di necessità e di opportunità. L’ordine non ha una logica ben precisa, anche perché, molto spesso è dettato dalla condizione, la stessa condizione che ordina rigore e logica.
Il rigore vuole che non si possano spendere più di € 150 settimanali e i generi alimentari acquistabili possono differire da luogo a luogo.
La logica suggerisce di spendere il giusto per il necessario!
Ma cos’è il giusto e cos’è il necessario? Questo è uno dei tanti problemi che gravita tra queste mura, soprattutto se poi a condividerle sono persone di etnia e provenienza culturale diversa. Ciascuno deve tener conto che servono francobolli, i soldi per la telefonata e quelli per le sigarette (per chi fuma), i quotidiani o le riviste (per chi legge) e poi…eccoci al cibo e al materiale per la pulizia, alle bombolette per il fornelletto e …
La soluzione, come di consueto, viene rimessa nelle “mani” dell’economo della situazione che, molto spesso, è anche il cuoco per combinazione che dall’alto della sua esperienza, ammesso che si tratti di persona fisicamente dotata di altezza, suggerisce il programma di spesa settimanale. Un paio di consultazioni tra i commensali e qualche indicazione su cosa e come si può risparmiare, e la lista dei prodotti d’acquistare è fatta. Una decina di “euri” a persona e via, il foglio spesa viene consegnato allo “spesino” (colui che si occupa di registrare l’elenco dei prodotti su opportuni moduli). La consegna degli acquisti verrà frazionata durante la settimana successiva all’invio del buono d’ordine.
Il risultato? Grazie a quella pianificazione che muove i passi da un’antica concezione, fatta di tradizioni, usi e costumi, e che varia da luogo a luogo secondo schemi e gerarchie fatte di ruoli astratti e improvvisi, si costruisce un comportamento etico fondato sull’educazione al risparmio e sul buon uso delle risorse, soprattutto quelle economiche.
Ingredienti indispensabili per vivere appagati in un mondo ricco di beni limitati.

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