Estate tempo in cui tutto rallenta un po’, alcuni restano nelle città quasi vuote e altri vanno verso mete sognate tutto l’anno. Altri ancora sentono questo periodo come “una pena in più” in cui neanche l’ora d’aria consente di mettere da parte per qualche istante il quotidiano, in cui le attività si riducono fino a cessare del tutto rendendo tutto più silenzioso.
Dodici detenute sotto la rete per vivere un’importante esperienza di socializzazione attraverso lo sport nel carcere di Torino “Lorusso e Cutugno”.
Da quanto ho memoria ho sempre atteso l’inizio della Coppa del mondo di calcio con impazienza, vedevo tutti entusiasti dell’inizio del mondiale, ognuno si organizzava per seguire le partite con amici, parenti o vicini di casa. Dovunque ti trovassi e qualunque cosa stessi facendo le partite del mondiale avevano la priorità su tutto il resto. Un’emozione che mi è rimasta sin da bambino.
Per La Drola il campionato è finito, le prove decisive si sono concluse non nel migliore dei modi perché la classifica parla chiaro siamo ultimi. In tutto il campionato abbiamo vinto solo una partita con due punti di differenza, ma per alcuni dei ragazzi della Drola era rimasta ancora una partita molto importante da giocare il ritorno della partita con il Giallo Dozza.
Quest’anno i mondiali in Russia, verranno trasmessi in chiaro, sui canali “gratuiti” di Mediaset, quindi per la prima volta, anche noi detenuti potremo seguire, match dopo match, tutto il percorso della nostra squadra preferita senza perderne una sola partita.
Per passare dalla condizione di detenzione a quelle di un regime alternativo alla pena servono molti tasselli. Serve una casa ... il lavoro ... e le relazioni, sono fondamentali per acquisire frammenti della realtà esterna che riconducano a quotidianità condivise e alla possibilità di riacquisire spazi di libertà creando un ponte con l’esterno.