Giovedì, 22 Febbraio 2018 19:19

Riforma della Giustizia: un passo dopo l’altro, ma lentamente

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Particolare di una sala nel recentemente ristrutturato reparto colloqui familiari-detenuti del carcere di Torino Letter@21

Nonostante gli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, i disegni di legge ed i decreti legislativi, l’Ordinamento Penitenziario in Italia, anche questa volta, continua a subire processi di rinnovamento lenti e graduali, non ancora sistematici.

Un’altra occasione persa, rimandata o dimenticata? Come sempre di riforma della giustizia si parla a ridosso delle elezioni, in modo che riflessioni, pensieri e decisioni possano essere governate da strategie e preoccupazioni elettorali. Tempi non dei migliori e opportuni visto come tutto questa spesso coinvolga scelte che privilegiano la pancia e i sentimenti di un’opinione pubblica per lo più orientata da politici arroccati sui temi della sicurezza e poco inclini a recepire le indicazioni che tutti gli organi internazionali raccomandano e documentano. È questo quello che pare emergere se si analizzano l’andamento e le decisioni del Consiglio dei Ministri odierno. Chiamato ad esaminare il Decreto Legislativo inerente la “Riforma dell’Ordinamento Penitenziario in attuazione della delega di cui all’articolo 1, commi 82, 83 e 85, lettere g), h) e r), della legge 23 giugno 2017, n. 103”, durante il CdM, l’attuale premier Paolo Gentiloni ha dichiarato come il via libera a tre decreti attuativi sia "Un lavoro in progress, lavoriamo con strumenti diversi con l'obiettivo innanzitutto che il sistema carcerario contribuisca a ridurre il tasso di recidiva da parte di chi è condannato per reati". Tutto questo però inevitabilmente porta allo slittamento dell’approvazione della vera e propria riforma essendo stati varati i decreti inerenti lavoro, giustizia minorile e giustizia riparativa. Rispondendo solo in parte alla necessità di trovare le soluzioni per dare vita alle disposizioni in grado di rispondere ai sei Capi previsti nel Decreto: riforma dell’assistenza sanitaria in ambito penitenziario; semplificazione dei procedimenti; eliminazione di automatismi e di preclusioni nel trattamento penitenziario; modifica delle norme dell’ordinamento penitenziario in tema di misure alternative, modifiche all’ordinamento penitenziario in tema di volontariato e di altre disposizioni di legge; disposizioni in tema di vita penitenziaria.
Come sottolinea l’Associazione Antigone esprimendo il proprio rammarico da una parte e speranza dall’altra: “Oggi si è sprecata un'occasione storica per riformare le carceri italiane ... Il Consiglio dei Ministri di stamattina poteva adeguarla alle esigenze del mondo attuale … Ma la speranza non è del tutto persa. Speriamo che anche dopo le elezioni le autorità vogliano portare a compimento una riforma storica. Il tempo tecnico c'è ... Bisogna solamente avere la volontà politica di farlo”.

La Redazione

Foto: Particolare di una sala nel recentemente ristrutturato reparto colloqui familiari-detenuti del carcere di Torino by Letter@21

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