Mercoledì, 12 Settembre 2018 15:36

Che ci faccio io qui? Mamme e bambini nelle carceri italiane

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Particolare di uno scatto di Mikhael Subotzky presso la Casa di Reclusione Femminile della Giudecca a Venezia Particolare di uno scatto di Mikhael Subotzky presso la Casa di Reclusione Femminile della Giudecca a Venezia

Un passeggino che sembra abbandonato all’interno di un sottoscala che non si fa fatica a identificare come un carcere. È questa l’immagine simbolo scelta per la tappa torinese di “Che ci faccio io qui”, mostra fotografica che apre le porte a un aspetto della detenzione poco conosciuto, i bambini e le loro mamme in prigione.

Sono circa poco meno di sessanta mila i figli che complessivamente hanno almeno un genitore in carcere in Italia, secondo i dati diffusi nel Pre Rapporto 2018 dell’Associazione Antigone, e 62 i bambini reclusi con le proprie madri (52) al 31 agosto 2018 (Ministero della Giustizia).
Tanti nel primo caso, troppi nel secondo. Che ci faccio io qui? è una mostra-reportage dove gli scatti, spesso in bianco e nero o utilizzando il ritratto trasformano le immagini in icone di uno stato detentivo dove a essere recluso è anche chi non ha colpe.
Cinquanta scatti, di cui l’allestimento del capoluogo piemontese (in passato la mostra è stata ospitata a Roma presso la Camera dei Deputati e in Campidoglio) propone una selezione delle opere. Fotografie realizzate da artisti di fama internazionale da Mikhael Subotzky a Luigi Gariglio, da Marcello Bonfanti a Francesco Cocco e Riccardo Venturi. Immagini che colgono la quotidianità di detenute madri e dei loro figli in cinque Istituti penitenziari femminili italiani: Torino Lorusso e Cutugno, Roma Rebibbia, Avellino Bellizzi Irpino-Pozzuoli, Milano San Vittore e Venezia Giudecca. La mostra nasce proprio dalla collaborazione di questo gruppo di fotografi con l’Associazione di volontariato “A Roma, insieme”, impegnata da molti anni con le donne di Rebibbia e con i loro figli in progetti di arteterapia e musicoterapia. E se lo "scopo dell’esposizione – nelle parole di Bruno Mellano Garante regionale dei detenuti, che la mostra l’ha voluta e curata in collaborazione con la Conferenza dei Volontari della Giustizia del Piemonte e della Valle d’Aosta (Crvg) - è offrire uno spaccato della vita delle donne e dei loro figli in carcere", è bene ricordare che la legislazione italiana su questo tema ha prodotto specifiche riforme di legge e la creazione di strutture dedicate.

Attualmente gli ICAM (Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri) sono presenti a Milano San Vittore, Venezia Giudecca, Cagliari, Lauro e nel complesso della Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”, ma non tutte le donne detenute con figli al seguito sono “in custodia” presso i medesimi. A fine agosto erano 27 le madri italiane con 33 bambini al seguito e 25 le straniere con 29 figli al seguito, ristrette in 12 strutture penali: solo 4 erano appunto degli ICAM (a Cagliari non erano presenti mamme con bimbi), mentre 8 erano ancora le vecchie sezioni “nido” poste nei reparti femminili.
A Torino attualmente presso l’ICAM intitolata a Maria Grazia Casazza, nonostante vivere la genitorialità nel contesto detentivo e comunitario generi inevitabili tensioni, dovute alle difficoltà di contatti con il “mondo esterno” o di accesso ai benefici previsti dalle leggi, sono attive una serie di iniziative volte a garantire l’assistenza sanitaria, e la frequentazione scolastica ai bambini. Attraverso il coinvolgimento della rete dei servizi materni infantili territoriali dell’ASL Città di Torino e dei medici del presidio sanitario presente in Istituto e con un protocollo d’intesa tra la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, la Città di Torino e l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna per la frequentazione presso l’Asilo Nido “Elvira Verde” e la Scuola dell’Infanzia di Via delle Primule 36. L’offerta educativa ai bambini è inoltre ampliata con un progetto di Servizio Civile Universale, mentre l’Ufficio della Garante comunale ha effettuato un monitoraggio dell’effettiva applicazione delle norme che stabiliscono l’obbligatorietà delle vaccinazioni al fine delle frequenza delle attività didattiche. Infine l’Associazione “Errata Corrige”, con il progetto “Botton Rouge”, raccoglie, attraverso donazioni, giochi da distribuire.

Info
Che ci faccio io qui?
Urp del Consiglio regionale del Piemonte - via Arsenale 14, Torino
Sino al 17 ottobre 2018
Orario: lun. –gio. 9:00-12:30 e 14:00-15:30; ven. 9:00- 12:30

G. B.

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